Concerto Mengoni 24/06/2023
· 8 min · #music
Ho scritto tutto di fretta un paio di giorni dopo per paura di dimenticarmi qualche dettaglio. Torno ora a distanza di un mese per ordinare i paragrafi e correggere l'ortografia. Farò di tutto per mantenere la confusione dettata dalla spontaneità della scrittura.
Prendiamo la metro, tutto okay. Arriviamo alle 16:30, per le 17 aprono e siamo subito dentro. Troviamo
dei posti relativamente vicini, il prato gold occupava molto spazio. Ci sediamo e aspettiamo, passando il tempo
giocando. Ci rendiamo conto poi che forse i posti presi non sono proprio i migliori e che ci conviene allontanarci per
poter stare piú larghi e liberi di muoversi, e per vedere meglio il palco.
A pensarci ora forse conveniva restare dove eravamo, piú vicini al palco e avremmo visto meglio ma vabbè,
è stato bello anche così.
- Cambia Un Uomo
- Esseri Umani
- No Stress
- Mi Fiderò
- Muhammad Ali
- Voglio
- Psycho Killer
- Credimi Ancora
- Luce
- Proteggiti Da Me
- Due Nuvole
- Parole In Circolo
- L'Essenziale
- Pazza Musica
- Due Vite
- Fiori D'orgoglio
- Sai Che
- Hola
- Ti Ho Voluto Bene Veramente
- Guerriero
- Ma Stasera
- Pronto A Correre
- Io Ti Aspetto
- Proibito
- Buona Vita
Esce sul palco vestito tutto di bianco, con una giacca, pantaloncini corti e calzini alti. Non è tra i suoi outfit migliori, troppo cafone. Ma ho l'impressione lui sia piú coatto di quanto sembri, in fondo è un cantante, un performer, non è sua l'anima che scrive le canzoni.
Si inizia a scaldare l'atmosfera.
Tutti ballano.
Bella, dell'album nuovo.
Si cambia d'abito e nel frattempo sugli schermi mandano un video così sensuale in cui mostrano il suo
corpo che quasi cambiavo orientamento.
Non è tra le mie preferite però carica.
Spettacolo! con fiammate ed energia.
fa fa fa fa fa, fa fa fa faa
run run run run run run run.
Le Urla.
La mia preferita. Momento perfetto. Canzone meravigliosa e lacrime che scorrono.
Qui poi c'è un intermezzo acustico, solo lui e il pianoforte e mette in mostra la sua voce facendo dei vocalizzi assurdi.
Che se solo lo avessi capito che era tutto sbagliato...
Stupenda anche questa! Al termine ha pianto. C'è un pizzico di cinismo in me che mi fa credere siano lacrime sceniche; che sia così o no, poco importa.
Bellissima, nuova. Qui mi accorgo che i miei amici mi osservano sorpresi dell'entusiasmo con cui canto e ballo. Lo so, non è da me. La mia timidezza paralizzante è vinta dall'euforia della musica dal vivo, di quella musica dal vivo.
Simpatica, non è tra le mie preferite però.
34'000 persone a cantare.
Energia. Mashup con Beyoncé. Null'altro da dire.
Le stesse 34'000. Le stesse urla. In alto i telefonini a riprendere o, come nel mio caso, ad accendere
la torcia per creare un mare di stelle.
Che nostalgia inutile la mia, per i tempi in cui ai concerti si faceva luce con gli accendini. Non
ho nè vissuto i tempi, nè mai portato accendini, eppure mi manca. Lo preferisco. In primis per la luce
piú calda che creano che, nonostante sia piú fioca, sembra piú accogliente; le torce dei telefonini sono
come luce di stelle: fredde e lontane, seppur belle e luminose.
Meh.
Eravamo
davvero
felici con poco
Come fai a vivere se attorno al cuore hai il muro di Berlino?
Una frase demenziale, necessaria per fare rima con "vicino"; esempio di scrittura attraente ma vuota.
Purtroppo il fatto che Mengoni non sia autore rende la qualità dei suoi brani un po' altalenante.
Eppure, ci son cascato anch'io.
La meta non è un posto
ma è quello che proviamo.
Saltavo e gridavo, e ridevo e vivevo
Simpatica.
Qui saluta e si spengono le luci; molti se ne vanno, infedeli. Solo i credenti sono rimasti, a fidarsi che finché non si accendono tutte le luci dello stadio lo spettacolo non è davvero finito. Passano i primi 5 minuti e quelle ormai familiari 34'000 persone intonano gli ultimi due incisi di Due Vite. Magia. Marco esce. Secondo me voleva uscire pure prima però non poteva mica interrompere quel coro!
Ci vedo un ritratto a tempera
fare serata a un festival
tagliarsi il dito con un foglio
ci vedo un po' quello che voglio.
Ci vedo una pianta di plastica
a casa tua di domenica
sospesi sul filo, ti guardo, sorrido
il nostro deve essere amore perché proibito.
Diventata in pochi giorni una delle mie preferite. Finalmente una canzone che tocca terra, che cammina a piedi nudi sull'erba, che respira aria e prende forma in un mondo materiale. Chissà, forse prima di scrivere il testo Marco avrà raccontato questa storia all'autore e questi ne ha preso i dettagli piú... comuni, di ordinaria vita, che ad altri occhi passerebbero inosservati. E chissà quanto c'è dietro a quel ritratto: è venuto bene? I colori accesi, la faccia un po' tonda, la barba poi è difficile da rendere, non ne parliamo; e quante bestemmie dopo quel taglio, il suono del lavello che butta acqua fredda sul pollice; e la musica al festival? le dita bagnate dalla condensa della birra nel bicchiere di plastica; le battute e i discorsi piú seri mai fatti, passeggiando all'IKEA per comprare quella pianta come token di una domenica qualunque passata insieme.
Conclusione energica di euforia e buon auspicio!
Io, che un giorno suoni Bellissimo dal vivo, ci spero ancora.
Al ritorno ci avviamo alla metro, il comune ha saggiamente posticipato l'orario di chiusura delle corse in vista dell'evento. Arriviamo là e due della sicurezza ci bloccano perché il treno che sta per partire è già pieno; passiamo un